Sviluppo immobiliare e benessere

cantiereUno dei motori spenti della nostra economia riguarda il settore immobiliare.

Considerando che il nostro parco immobiliare è vetusto, inefficiente e insicuro, i margini di sviluppo sarebbero notevoli. Secondo il “Primo Rapporto sul recupero edilizio in Italia”, realizzato da Scenari Immobiliari in collaborazione con Paspartu Italy e presentato a Milano, in Italia il 62,2 per cento degli immobili è stato costruito prima del 1990 (il 30,1 per cento addirittura prima del 1970). Oggi esistono sul mercato almeno 147 milioni di metri quadrati di immobili vuoti e pronti ad essere venduti, in contrasto con quei 123 milioni di metri quadrati inadatti e tutti da ristrutturare.

Una crisi che ha toccato oltre 300 mila addetti ai quali sarebbe logico abbinare a ciascuno un nucleo famigliare medio di almeno due componenti. Una ripresa delle costruzioni comporterebbe la riassunzione di nuova forza lavoro costituendo una concreta alternativa alle politiche di assistenza con “il fiato corto”. Il secondo fattore riguarderebbe una rivitalizzazione dell’interesse alla crescita ed alla ricerca nei settori della progettazione, delle tecniche dei materiali, delle salvaguardie sociali, di nuovi concetti nell’urbanistica. Trieste cittaveciaUlteriore elemento positivo riguarderebbe il ritorno all’investimento immobiliare di chi ad oggi investe all’estero e contemporaneamente costituirebbe un risveglio di interesse da parte di investitori esteri in grado di apprezzare il nostro Paese, unico per storia, cultura, clima e paesaggi.

Alle interessanti premesse sarebbe necessario predisporre un percorso strutturale identificabile nel recupero delle professionalita’ soffocate dai modificati equilibri economici dell’ultimo decennio e da un’indispensabile rivistazione fiscale che dovrebbe balaam_house_01considerare gli incrementi sulle entrate e la riduzione della spesa sociale anche a seguito di una ridimensionamento delle aliquote e delle complesse scadenze oggi imposte.

Un percorso di crescita lontano da proclami propagandistici ma con contenuti che riallineerebbero il nostro bel paese all’incremento del settore immobiliare nelle economie avanzate in europa e nel mondo.

 

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